lunedì 19 maggio 2014


" I'll weap up my bones / and leave them / Out of this home / Out on the road / Two feet standing on a principle / Two hands longing for each others warmth / [...] Darkness falling, leaves nowhere to go / [...] Still with feet touching / Still with eyes meeting / Still our hands match / Still with hearts beating [...]"


Inciampo sempre su me stessa, anche quando sto ferma e faccio e dico il minimo indispensabile.
Le persone mi accadono. Poi non accadono più. Per un po'. A volte per sempre.
Probabilmente, anche se avessi fatto tutto giusto, avrei avuto lo stesso risultato.

Questa volta, se mi riesce, cercherò di non farne un problema.


" E tu dove hai la tua stella? In quale memoria trovi il tuo orientamento? Dove la tua sicurezza? A quale immagine di città ricorri quando vuoi sapere chi sei? Quando vuoi trovare la forza di sentirti diversa dal montare della marea altrui?"
Tiziano Terzani, Lettera a Saskia, 1999


Ah, non è ho la più pallida idea.

venerdì 16 maggio 2014


" I miei occhi su di te / stanno scivolando  e quanto / quanto manca ancora / quanto manca per l'alba. /  Cosa penserai di me / se son matto o son bastardo, quando / quando dico che non credo / che non credo a nulla /  in questo immenso che dura / tutta una vita o un minuto così / e non riesco più a parlare / in questo immenso che c'è / fra le tue mani / I tuoi occhi su di me / dimmi dove stiamo andando quando / quando dici che non credo / che non credo a nulla / in questo immenso che dura / tutta una vita o un minuto così / e non riesco più a parlare / in questo immenso che c'è / fra le tue mani / in questo immenso."
P. Daniele 

mercoledì 7 maggio 2014

" - Mi sembra un genere di voglia irrealizzabile, come avere voglia di fare un viaggio che non finisce mai - ho detto - come avere voglia di un giorno che dura 28 o 32 ore. Come avere voglia di nuotare un'estate intera con la stessa identica voglia del primo tuffo.
- Con la stessa incredulità che avevi nell'ultimo km sulla strada per il mare, quando non sembrava più tanto sicuro arrivarci davvero - lei ha detto.
Anche la mia incredulità di essere in macchina con lei era senza fine: a pochi centimetri di distanza e fuori dal mondo, con un  milione di litri d'acqua che ci scrosciavano addosso senza neanche più bagnarci.
- Di mangiare una cosa che ti piace e non perdere la fine -  ha detto lei 
- Di ascoltare una musica nuova e non perdere la sorpresa delle prime note - ho detto
- Di non perdere la sorpresa di niente - ha detto lei.
Ci siamo guardati nel modo frammentato che avevamo; ho detto:
- Di essere dentro un momento e non uscirne mai."
NEL MOMENTO, A. De Carlo, 1999


Penso a tutti i momenti da cui non sarei voluta uscire. E ce ne sono tanti negli ultimi 13 mesi.
E a tutti quelli da cui uscirò prossimamente, indipendentemente dalla mia volontà di restarci.
E a tutti quelli in cui vorrei entrare e non so se riuscirò, a prescindere di quanto io li voglia vivere.
E a tutti quelli in cui sarei voluta entrare, ma per un motivo o per un altro, mi hanno solo sfiorata.
E a tutti quelli che ho immaginato di vivere, che avrei voluto si concretizzassero, e invece no.

Penso anche a quelli che ci saranno, a come potranno essere, alla sorpresa che porteranno con loro.
Ho bisogno di pensare che ci saranno e che saranno belli anche loro, in qualche modo. 
E che anche se saranno brutti, riuscirò ad affrontarli e a prenderne qualcosa di buono. 
( O quanto minimo...pensare che prima o poi, imparerò a vederci qualcosa di buono)

martedì 6 maggio 2014

"La vita reale è restare regolarmente senza denaro, e poi senza niente da mangiare. La vita reale è non avere un riscaldamento decente. La vita reale è fisica. Datemi i libri, invece, datemi l'invisibilità del loro contenuto, i pensieri, le idee, le immagini. Vorrei diventare parte di un libro; darei qualunque cosa per questo. [...] Le cose nei libri non possono sporcarsi, e la vita reale alla fine è polvere. Anche i libri diventano polvere, come i resti sbriciolati che il viaggiatore del tempo di H. G. Welles trova nel museo. I pensieri, invece, sono puliti."
Che Fine ha fatto Mr. Y, Scarlett Thomas, 2007

E' un brutto momento. Un po' su tutti i fronti. 
In 15 giorni le prospettive più negative che mi si presentavano davanti 4 mesi fa, si sono materializzate una per una, senza scampo, tutte insieme.
L' irrimandabile non può più essere rimandato ed io non posso scongiurarne gli effetti in nessun modo.
E visto che le rogne non vengono mai da sole, ma sempre a scaglioni numerosi, oggi ho anche scoperto che il servizio internet (di merda) di cui dispongo, mi verrà rallentato per il prossimo mese. Cosa, questa, che mi complicherà ulteriormente la vita.

E tutto quello che vorrei è svegliarmi domani mattina e non vivere nella mia vita reale.

( Ah, il prossimo ottimista del cazzo che si azzarderà anche a dirmi una sola parola su quanto sia meglio sorridere ed essere positivi e che "se vuoi che la vita ti sorrida devi sorriderle", che " se sei positiva, poi ti accadono cose buone; se sei negativa, ti accadono cose cattive" e tutte le cazzate del caso, giuro gli/le  espianto gli organi e glieli rimonto al contrario. E poi lo prendo a sprangate sui denti.
Voglio vedere se avrà poi il coraggio di trovarci un cazzo di lato positivo.)

domenica 4 maggio 2014

Il periodo ipotetico


                                                   La Ragazza di Bube, 1963, dir. Luigi Comencini

"Se ci fosse un luogo abbandonato, se...lo potremmo prendere... / Se bastasse un tiepido congedo a risarcire i giorni che ti ho sequestrato / Se ci fosse un giorno da santificare sul tuo viso, sulla delusione che ti ho consegnato / Se ci fosse un porto verso cui mirare lo prenoterei nei pochi giorni liberi / Ma passerà, sì passerà questo pallore che ci rende così simili da perderci / ma passerà, sì passerà / Se ci fosse un pianto da sacrificare sul mio viso, sulla delusione che mi hai riservato / Se bastasse un cuore per ricominciare te lo donerei nei pochi giorni liberi /  Ma passerà, sì passerà questo pallore che ci rende così simili da perderci / Ma passerà, sì passerà questo pallore che ci rende così simili da non distinguerci...sì, passerà.."
Periodo Ipotetico, Amor Fou

Quei momenti in cui le cose, le teste, le volontà, le tempistiche non coincidono mai e ognuno torna ad essere chi era prima.
E passerà. Certo che passerà. Passa tutto. 
Mi fa solo un po' tristezza pensare alle possibilità per starsi vicino che vengono letteralmente azzerate in un istante, come se dare loro un qualche significato sia la fine del mondo così come lo conosciamo o lo abbiamo vissuto. E allora è più comodo lasciare andare le persone, così, per il semplice fatto che non si ha voglia di mettere in gioco nemmeno un cm di sé stessi. 
Sembra che sentire o provare qualcosa che è contrario alle regole, agli eventi e al buonsenso sia sempre la cosa sbagliata. Ed io mi ostino a non volerci credere.

E invece...




sabato 3 maggio 2014


A love song for Bobby Long, 2004, dir. Shainee Gabel

Questo è uno dei miei film preferiti. E questa è una sequenza che tutte le volte, giuro, mi strappa via un pezzo di cuore. Non riesco mai a non piangere ogni volta che ripercorro la storia e rivedo i paesaggi di questa New Orleans, dove l'inverno non è mai di casa ed i colori caldi delle abitazioni, dei fiori, dei tramonti e persino dei vestiti riescono sempre ad avere la meglio.
Amo molto questo film perché ovviamente racconta molto di me o comunque della me che sento di essere. Soprattutto in questo periodo.
Non so se perché la solitudine e il senso di perdita che attraversano senza scampo la vita della protagonista, in tutte le declinazioni raccontate, è un po' (tanto) la mia o se perché, per tutta la pellicola, c'è questo duello di citazioni e riferimenti letterari tra Bobby e Lawson che sono momenti di una poesia e una meravigliosità che non riuscirò mai a far capire a nessuno quanto mi tocchino dentro.
" Non si può stracciare una pagina del libro della nostra vita, ma si può buttare l'intero libro nel fuoco ", dice ad un certo punto Bobby.
E' una verità con cui tutti i personaggi del film, e ogni essere umano a parer mio, fanno i conti, ognuno a suo modo: ognuno con la sua forza di volontà, unica cosa a cui aggrapparsi per continuare a percorrere la propria strada o semplicemente la strada che si può percorrere; è una forza che a volte è un fuoco che brucia, altre si trasforma in vero e proprio stoicismo. E  ognuno fa interminatamente i conti con la propria debolezza mista alla rassegnazione per i  fallimenti della propria vita e ricerca, senza sosta, in ogni modo, una via per redimersi dai propri errori e spesso anche da quello che si è. 
E a volte ci si perde per sempre, piegati dalla disperazione. 
Perché, come racconta il monologo finale del film "certe persone arrivano in un punto oltre il quale non possono andare. Un punto in cui [...] si scontrano con il desiderio, che è inconoscibile, ma che conosce ciò che non si vede". 
A volte si cerca disperatamente di essere qualcun altro,  tranne che se stessi, scegliendo di essere un personaggio o una storia, come quelle che si raccontano nei libri.
Qualche volta accade il miracolo e ci si ritrova, in qualche assurdo e inspiegabile modo, e per un momento trovi un po' di pace e vai avanti.

Guardo questo film e, ogni tanto, spero di trovare anche io la mia possibilità di riscatto e redenzione. Il punto è che non so mai bene come.

venerdì 2 maggio 2014


" Guarda che non sono io quello che stai cercando / quello che conosce il tempo, e che ti spiega il mondo / Quello che ti perdona e ti capisce / che non ti lascia sola, e che non ti tradisce. / Guarda che non sono io quello seduto accanto / che ti prende la mano e che ti asciuga il pianto / Cammino per la strada / qualcuno mi vede /  e mi chiama per nome / Si ferma e mi ringrazia / vuol sapere qualcosa / di una vecchia canzone / Ed io gli dico "scusami però non so di cosa stai parlando / sono qui con le mie buste della spesa / lo vedi, sto scappando / Se credi di conoscermi / non è un problema mio / E guarda che non sto scherzando / guarda come sta piovendo / guarda che ti stai bagnando / guarda che ti stai sbagliando / guarda che non sono io " / Guarda che non sono io quello che mi somiglia / L'angelo a piedi nudi, o il diavolo in bottiglia / il vagabondo sul vagone / la pace fra gli ulivi, e la rivoluzione / Guarda che non sono io la mia fotografia / che non vale niente e che ti porti via  [...]"
F. De Gregori 

Accade troppo spesso.
Ed io sarei anche stanca per la verità.