lunedì 17 marzo 2014



" Ehi...ma dov'è / la linea che divide i pensieri / il sesso dall'amore / la gioia dal dolore / l'amicizia o qualcosa di più / ehi....ma cos'è / forse l'aria o il vestito che hai messo / quel modo di guardare / quel modo di camminare / forse io che non sono più lo steso / lo stesso che ti stava a sentire / quando tu mi parlavi di lui  / mi chiedevi cosa fare o non fare / io che di consigli non ne ho mai saputi dare / dimmi perché...perché / mi stai chiamando amore perché / dimmi cos'è...cos'è che si agita nel cuore / dimmi perché... perché non trovo le parole davanti a te / dimmi cos'è... cos'è che nasce come un fiore / ehi...ma com'è io ero quello senz'amore né sesso / tu l'angelo custode / che vola ma non cade / l'amica di ieri e di adesso / la stessa che mi stava a sentire  / quando io ti parlavo di lei / ti chiedevo cosa fare o non fare / com'eravamo bravi  / a nascondere il dolore / dimmi perché ... perché / io sto sentendo amore per te / dimmi cos'è...cos'è / che si agita nel cuore / e adesso cosa c'è / perché non parli più / non starai mica piangendo / non dirmi che anche te / sei di quelle che  / prima lo fanno e poi si pentono / se tu... /non vuoi... / allora... / dimmi perché... perché / mi stai chiamando amore perché / dimmi cos'è...cos'è / che si agita nel cuore / dimmi perché...perché / dimmi cos'è...cos'è..."

Non sopporto di non vederti più.Non so spiegare razionalmente il perché. Non sopporto il non trovare le parole e il non sentirmi a mio agio nella mia stessa pelle, nel risvolto delle mie stesse decisioni. Non sopporto di continuare a pensare a qualcuno che non mi vuole. Non sopporto questo mio continuo, anche se non premeditato, aspettare qualcosa che non succederà.
Non sopporto di essere presa da questi momenti un po' malati che mi fanno sentire mancante di qualcosa che non si è concretizzata e alla quale mi aggrappo semplicemente perché trovo difficile voltare pagina.
Più di tutto, credo di non sopportare questo mio essere stata avventata, questo mio immergermi nelle sensazioni senza via d'uscita senza avere un minimo di misura, senza riuscire a ridimensionare le cose quando è necessario.
E non sopporto il continuo guardarmi indietro quando sarebbe logico e salutare, invece, guardare e vivere e sentire in avanti.
Forse è perché d'avanti non ho qualcosa di tangibile per cui aver voglia di mettermi davvero  in gioco.
Queste cose dovrebbero essere semplici, mi diceva stasera CollegAmica, ci si piace e si sta insieme. Punto. Senza complicazioni di sorta, senza contrattempi, senza scuse. Poi magari non si vogliono più le stesse cose, e quello in cui investiamo se ne può anche andare a puttane. Ma quando comincia, tutto e semplice. 

E se non lo è...allora perché mi sento così?

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