martedì 11 febbraio 2014



                                     Emotivi Anonimi, 2010, dir.Jean Pierre Améris.


Solo i timidi e gli insicuri, quelli che vengono colti nei più svariati momenti dell'esistenza da un'emotività ingovernabile, che li fa sentire deboli e senza controllo della loro vita. 
Solo loro possono cogliere l'anima e il trasporto di questo film. 
Gli altri credo si limiteranno a sorridere sornioni, perché non l'hanno mai subita e pensano che sia un po' una sciocchezza senza fondamento. Qualcosa che può essere controllata con un minimo di impegno e buon senso, soprattutto quando si è adulti.
Gli altri potranno solo tentare di immaginare cosa significhi essere paralizzati dalla vulnerabilità. Ma non lo capiranno mai veramente.
Io sono un'emotiva e so di cosa parlo.

Il momento che più mi ha rapita, in realtà, non è quello del video ma quello di qualche scena precedente, che vede il protagonista a colloquio con il suo terapista. 
E lì impotente che racconta quello che (non) è successo tra lui e la donna perché è stato frenato dall'emotività in una occasione che più propizia non potrebbe esserci; nello stesso istante in cui ammette tremante di essere innamorato di Angelique, pronuncia una frase a me personalmente molto cara e famigliare: 
"Innanzitutto non far niente. Non correre rischi. Purché non ci succeda niente".

Purché non ci succeda niente. Per gli emotivi è una sorta di imperativo categorico indipendente dalla loro volontà.
Le fughe e i silenzi, nella maggior parte dei casi, sono l'unica via d'uscita da quelle che diventano situazioni imbarazzanti e al limite della farsa.
Poi magari, dopo innumerevoli tentativi, più che riuscire a prendere il controllo della situazione, interviene una sorta di istinto di conservazione e si va avanti.
Si prende il respiro e ci si butta. Spesso a occhi chiusi.
Ma resta sempre un'equilibrio falsato con il quale faremo sempre i conti.
Perché bisogna pur vivere dignitosamente, in qualche modo. 
E l'unico modo di vivere è almeno provare e vedere come va, sperando di essere abbastanza forti da sostenere l'impatto.

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