giovedì 31 ottobre 2013

" Ci sono cose che ti capitano, e poi ci sono le cose che vuoi. Ci sono anche le cose che ti capitano e poi cominci a volere. Tu sei una cosa che è capitata, ed è successo che ti volessi più di qualsiasi altra cosa."   da tumblr
Il problema,  a volte, non è che si abbiano dei sentimenti.
Il problema è che in qualche caso (di troppo) questi sentimenti riescano a prendere il comando quando anche ci si rende perfettamente e irrimediabilmente conto che si è talmente distanti da non avere nemmeno il minimo punto di contatto.

Continuo a pensare che, magari, con molta probabilità, come sei davvero potresti non piacermi per niente. Che tutto quello che mi gira nella testa è frutto di un enorme sbaglio di valutazione e che tutto è drasticamente amplificato perché ci ho riversato dentro quella mia solita avventatezza senza misura.
Ma il mio stato mentale non cambia. 
Soprattutto se penso che nemmeno io sono perfetta, e che in ogni caso, anche se lo fossi  ( o lo fossi stata), potrei non andarti bene lo stesso.

Devo spezzare questo circolo vizioso, in un modo o in un altro.

E' accaduto oggi...

" Le cose vanno e vengono. Per ora le ho viste solo andare. Peggio: le ho viste venire proprio col proposito di andare. Cioè, vengono, ti dicono         << oh, tranquillo che sto! >>, e poi vanno. Poi magari tornano pure, e fanno la stessa cosa."  - [cit. DAPA]

La persistenza illogica della vita. Soprattutto della mia.

martedì 29 ottobre 2013

Conversazioni Amichevoli...

io : La mia vita si sta riempiendo di idioti.

RatR. : grazie, ricordami di lasciarti affogare se capitiamo sul Titanic...

io : non credo possa accadere, non sai nuotare, al massimo devi sperare che sia io a non farti affogare!

RatR. : ripetimelo dopo che ti avrò legato un paio di valigie alle caviglie. Valigie da terrone ovviamente... 


E' martedì e siamo già stressati.
Ed io ho i cicli circadiani fottuti.

lunedì 28 ottobre 2013

La storia del soldato e della principessa


                          Nuovo Cinema Paradiso, 1988 dir. G. Tornatore

Sentirsi tanto come il soldato e non poterci fare niente.

Mi manca mia madre. Mi mancano tutte le cose che non posso raccontarle, tutti i consigli che non posso chiederle, tutti gli abbracci che non posso darle. 
E in questo periodo in cui si sta lentamente annebbiando anche la presenza di spirito della nonna, che è stata presente e affettuosa come lo sarebbe stata mia madre, mi manca di più.
Mi mancano entrambe in una maniera che mi ferma il fiato e i pensieri.

sabato 26 ottobre 2013


" [...] Un aereo passa veloce ed io mi fermo a pensare, a tutti quelli che partono, scappano o sono sospesi per giorni, mesi, anni in cui ti senti come uno che si è perso tra obbiettivi ogni volta più grandi. [...]torneremo ad avere più tempo, e a camminare per le strade che abbiamo scelto, che a volte fanno male, per avere la pazienza delle onde onde di andare a venire, e non riesci a capire. [...]"
Tiromancino, Imparare dal Vento

venerdì 25 ottobre 2013

"Mi è venuta voglia di far scorrere la mia vita al contrario, come si riavvolge un nastro per riascoltarne i momenti particolari o per cancellare tutto. Mi è venuta voglia di cancellare la mia vita e di lasciarmi alle spalle solo uno spazio bianco. Sgravarmi di tutto quello che mi giustifica e di tutto quello che tento invano di spiegare. Mi è venuta voglia di continuare come se nessuno avesse sentito niente di tutto quello che ho potuto dire fino a oggi. E poi, che non mi guardino più con l'idea che hanno di me. Quell'idea che mi inquina e che fa di me una persona attraente o respingente. Quell'idea di cui sono responsabile ma che non è mai dipesa dalla mia volontà. Mi è venuta voglia di candeggiare gli ultimi vent'anni della mia vita, di sterilizzare ogni cosa. Mi è venuta voglia di avvolgere tutto questo tempo di cui non ho fatto granché, di schiacciare play di sentire soltanto silenzio."
David Thomas, La pazienza dei bufali sotto la pioggia, 2009



Per il momento, la cosa migliore di questo venerdì è la mia gatta che, inconsciamente, mi allunga una carezza in un momento di pianto. E forse questo libro, che ho finito di leggere ora, dove in ogni racconto c'è un pezzo di me. 

martedì 22 ottobre 2013

Mi sono distratta solo un attimo...


Evolviamo dal "vola vola" al "corri corri".
Un anno vissuto al massimo.
Buon compleanno piccolina!

Due imbecilli...

"Ti cercherò sempre sperando di non trovarti mai
mi hai detto all'ultimo congedo
Non ti cercherò mai sperando sempre di trovarti
ti ho risposto
Al momento l'arguzia speculare fu sublime
ma ogni giorno che passa 
si rinsalda in me un unico commento
ed il commento dice 
due imbecilli"

                         Michele Mari, Cento Poesie D'amore a Ladyhawke

lunedì 21 ottobre 2013

"Bubbles don't POP, they RIP, SPLIT, TEAR, CRACK!!!"







Richard Heeks - Popping Bubbles, giugno 2009  source Flickr

Mi sento un po' come una bolla di sapone in questo periodo.
E' come se fossi in attesa di scoppiare. E succede tutto molto lentamente.
E intanto il mondo si riflette dentro di me, in tutta la sua essenza.

" E così veniamo avanti / simili in tutto a quelli di ieri / aggrappati a un'immagine condannata a descriverci / [...] io non ti cerco / io non ti aspetto / ma non ti dimentico.

Massimo Volume - Le nostre ore contate 

 

domenica 20 ottobre 2013

" Capisco cosa trattiene le tue braccia e distoglie il tuo sguardo. Il tuo bisogno di stabilità è legittimo. Capisco i tuoi timori di fronte a un uomo che non trova né sonno né pace e che, a quarant'anni, si vede ancora in divenire. So anche io cosa significa il futuro e, come te, so che se non si sta attenti può risucchiarci in un vortice di noia o tragedie. So che alla nostra età l'amore non basta più e dalla quotidianità ci si aspetta protezione, con il rischio che attenui il piacere dei corpi. So quanto la mia vita può sembrarti fragile rispetto ai tuoi sogni e alle tue proiezioni, non sono uno di quelli che hanno i denti immacolati come le camicie, non sono fatto per le serate davanti al caminetto e per andare a letto sempre alla stessa ora, e mi capita ancora che certe emozioni mi facciano vacillare. Si, te lo concedo, amare diventa più faticoso, perché tutti e due sappiamo cosa richiede e cosa comporta. Conosciamo il sapore amaro della delusione e abbiamo il passato marchiato dai nostri fallimenti. Sappiamo che le ferite profonde non si rimarginano mai davvero, e siamo puntualmente richiamati al nostro dolore. Capisco il tuo affanno e il tuo desiderio di moderare la vita, ma permettimi di continuare a credere che la felicità ha avuto la meglio su tanta sofferenza e che è molto più elettrizzante della cautela. Non portarmi via l'idea, per quanto vaga, che azzardare sia sempre più vivificante che contenersi, che lo slancio abbia sempre più grazia del ripiegamento. Un giorno che nasce, per quanto di merda, seppure a  novembre, anche se piove, sarà sempre più promettente di una sera di giugno che ha già detto tutto. Perché vedi io non ne ho ancora avuto abbastanza e continuo ad avere voglia di vivere senza riguardi per il futuro. Non ho motivo di preservarlo, di lasciarmelo passare davanti. E' un mio diritto. E' il mio dovere di vivo."

David Thomas, La Pazienza dei Bufali sotto la pioggia, 2013, pag. 27

Ci sono libri che alcune volte mi toccano più di quanto vorrei. Soprattutto in quei giorni che, già da quando apri gli occhi, si rivelano essere carichi di ricordi che non ti mollano e di rimandi azzardati di un periodo vissuto a briglie sciolte e "senza riguardi per il futuro." E oggi che è una data particolare (almeno per me), che rivivo nella testa già da qualche giorno, se mi fermo a pensare realizzo che vorrei solo rivivere tutto senza essere una fotocopia mediocre di me stessa, riuscendo a tenere testa a tutto, persino a te.
O semplicemente essere abbastanza forte da voltare pagina definitivamente senza cedere al ripiegamento dovuto al fatto di non esserci trovati.

sabato 19 ottobre 2013


"[...] vivevo tutto questo / come dietro ad una porta / solo un po' discosta [...] Verità vuole che lei / labbra rosse / restasse impigliata alla mia bocca / più di quanto volesse / di questo mi ricordo / e poco d'altro / del suo sguardo / lampeggiante a ore / e che svanì dentro al mondo / sorridendo [...] / Ma è così che la gente vive / è questo che la gente fa / è così che ci si insegue / per un morsi di immortalità / è il meccanismo ottuso / di un orologio falsoamericano / che misura il tempo e tempo non c'è più / ma fermava il tempo se passavi tu. 
Ivano Fossati 

martedì 15 ottobre 2013

I miei amici sono differenti

"Io: vorrei smettere veramente di pensare a s., ma per assurdo, ci penso più ora di quando uscivamo insieme. 
RatR.: e fai male. Collega le sinapsi. [...] cerca di capire che un elemento del genere non può portare nessun giovamento alla tua esistenza, in quanto già non facendone parte sta creando casini. Figuriamoci se entra a far parte del meccanismo...lo sticazzi is da wei
Io:[...] ma non è una cattiva persona, non mi ha mai promesso niente ed in ogni caso non ci siamo trovati...non riesco ad essere arrabbiata con lui. Sono arrabbiata con me stessa perché sapevo dove mi stavo andando a infilare e non mi sono fermata.
RatR:Guarda, facciamo così : innamorati di me, prometto di trattarti male come lui, ma in amicizia però... 
Io: ma lui non mi ha trattata male ed io non sono innamorata...semplicemente avevamo due idee diverse di "relazione" 
RatR.: ho capito, ma in ogni caso per il tempo che mi conosci mi devi almeno uno step in più nel rapporto..."

Il mio migliore amico cerca con ogni mezzo a sua disposizione di aiutarmi a dimenticare una recente delusione sentimentale...ed io gli voglio un sacco di bene.
Vorrei che qualcuno inventasse un emoticon che dà le testate agli spigoli, ma almeno rido.

lunedì 14 ottobre 2013


Nella retrospettiva al MoMa a lei dedicata, documentata nel film "The Artist is Present" di Matthew Akers e Jeff Dupree, la Abramovic è restata per tre mesi, impassibile, seduta su una sedia, mentre a turno i visitatori potevano accomodarsi su una sedia di fronte. Tra le persone che si sono sedute di fronte all'artista c'è stato anche il suo compagno storico, Ulay, che ha lavorato insieme a Marina dal 1976 all'89, separandosi da lui con una performance impegnativa: novanta giorni di camminata per dirsi addio sotto la grande muraglia cinese.                                                   (source: youtube)

Quelle cose che poi uno dice...

sabato 12 ottobre 2013

Instant Crush



"I didn’t want to be the one to forget / I thought of everything I’d never regret / Let’s run with it because it’s all we can take / One thing I’d never see, the same way around / I don’t believe it and it slips from the ground / I want to take you to that place near the rush / But no one gives us any time anymore / You used me once / You made an offer for it, then you ran off / I got this picture of us kissin’ in my head / And all I hear is the last thing that you said  / [...]You thought he saw someone that looked just like me / I saw my memory that just never dies /[...] He sees right through me, it’s so easy with lies / Cracks in the road that I would try and disguise / [...]Kinda given up on giving away  / Now I thought about what I wanna say "    - Daft Punk - Instant Crush (feat. Julian Casablancas)

Ho scoperto recentemente i Daft Punk. (si, lo so..chiamatemi anche sprovveduta anacronista, se la cosa vi fa sentire meglio).
"Drive"  (2011, dir. N. Refn) è uno dei poch(issim)i film con Ryan Gosling che mi piacciono veramente molto. 
"Drive" abbinato a testo e musica di "Istant Crush" credo sia una delle cose più belle di questo sabato di ottobre funestato da mal di testa e da pensieri che si rincorrono e che io non riesco a chiudere in una scatola, nel punto più inarrivabile del ripostiglio della mia mente.
Così...se proprio devo lasciarli correre, meglio farlo così. Andranno a sbattere da qualche parte a distruggersi. Prima o poi. D'altronde, basta avere pazienza e le cose succedono.
"La sottigliezza delle sensazioni inutili, le violente passioni per nulla, gli amori intesi per ciò che si suppone in qualcuno, tutte queste cose...queste e ciò che manca in esse eternamente, tutto ciò produce stanchezza, questa stanchezza, stanchezza.[...] perché io amo infinitamente il finito, perché io desidero impossibilmente il possibile, perché voglio tutto, o ancora di più, se può essere, o anche se non può essere [...]"  - Fernando Pessoa, La Stanchezza
"E' strano sentirsi legati a qualcuno da qualcosa che non è niente". 

Continuo a guardare una tua foto di qualche anno fa. 
E' una foto di quando ancora non ti conoscevo, di quando non eri nemmeno un barlume lontano nei miei occhi. E' una foto in cui i tuoi occhi sono sereni e luminosi...tutto il tuo viso è pervaso da questa sorta di serenità e guardandola mi rassereno anche io. 
Solo un po', per la verità, e per troppo poco tempo. Ma succede.
Ho visto questa foto la prima volta all'inizio di quest'anno, qualche tempo dopo la prima volta che mi hai accompagnata a casa (l'unica costante di tutto questo non-rapporto) e ammetto che sono gli occhi che hai in quella foto e quell'espressione in tutto il viso che, in un modo che non saprei spiegare, mi hanno spinta verso di te. 
Mi fermo a pensare che stranamente mi piaci più in quella foto che dal vivo, ma forse questo dipende dal fatto che non ti vedo già da un po' e che mi sto impegnando a fondo per liberarmi piano piano della tua vera immagine, della tua vera voce, delle poche poche cose che so di te.
Eppure continuo a guardare quella foto.
So che non va bene farlo. Non mi aiuta farlo. Non migliora le cose, farlo.
Ma sono un po' stanca di lottare contro me stessa, e visto che è l'unica cosa che al momento posso fare, la faccio.

mercoledì 9 ottobre 2013

"- Lei fa lampadine, le è mai successo di vedere una luce in cui si è riconosciuto? Che era proprio lei?
Il vecchietto si ricordo di un lampioncino acceso sulla porta di un cottage, anni prima.
- Una volta - disse.
- E allora può capire. Una luce è giusto uno spicchio di una storia. Se c'è una luce che è come lei, ci sarà anche un rumore, un angolo di strada, un uomo che cammina, molti uomini, o una donna sola, cose del genere. Non si fermi alla luce, pensi a tutto il resto, pensi a una storia. Riesce a capire che esiste, da qualche parte, e che se lei la trovasse, quello sarebbe il suo ritratto?"
Alessandro Baricco, Mr Gwyn , Feltrinelli 2012

Ho appena finito di leggerlo.
E ho capito che Baricco sarebbe il  mio Mr. Gwyn se un giorno decidesse di scrivere ritratti.
Il libro è un pelo sotto la meravigliosità di "OceanoMare" o "Castelli di Rabbia." 
Ma è sempre incommensurabilmente meraviglioso.


La programmazione spiegata male #1

AmicoB. : 
In quel server mi hanno aggiunto una cache intermedia di cui non avevo idea. Quindi io svuotavo quella che conoscevo, disabilitavo quello che sapevo, cancellavo i file,  e continuavo a vedere tutto lì. Mi sentivo pazzo. Ma ho risolto.

Io(dall'alto della mia ignoranza in materia)
Allora potrei istallarti una cache intermedia nella testa così non ti dimentichi i nomi dei registi e dei film...e degli attori...come faccio?

AmicoB. : 
la cache serve solo per memorizzare cose che già so...

Io: 
Quindi una cache intermedia è totalmente inutile? è solo memoria occupata di più...

AmicoB.: Già. Sono un uomo inutile.*


*AmicoB. cercava di aggiornarmi in maniera terra terra, perché io riuscissi a seguire, sui suoi progressi nella risoluzione di un intoppo lavorativo confutando una mia tesi generale sugli esemplari di sesso maschile.



martedì 8 ottobre 2013

SEI


"Ehi vuoi parlarmi di quando avevi un'altra faccia / e andavi verso di lei e non pensavi che da quell'attimo saresti stato quel che sei / tu sei non sei più quel che eri un tempo e ora sei quel che c'è di diverso da me / e pensare a quanto tradirono tutti quei baci / che tolsero via dalle bocche le frasi che avremmo voluto gridare / per convincerci che di amarci noi non ne saremmo mai stati capaci / e allora tu spiegami dei nostri baci il senso / e se un senso lo trovi dimmi almeno qual è / dimmi se c'è... / Ehi vuoi ascoltarmi / ho ancora altre facce da indossare tu chi sei, / non mi assomigli tra quelle che ho cucito e non ricordo più chi sei / tu se non sei più quel che eri un tempo e ora sei quel che c'è / di diverso da me / e pensare che quando rapirono tutti i pensieri / quei baci bugiardi sembravano veri / intanto impedivano a noi di convincerci che non avremmo mai visto la fine di tutti quei baci perché senza fine li avremmo rubati / di questo che tu ora mia l'inizio qual è? / ehi quello che vedo sei / un riflesso che non m'appartiene / non mi riconosco / tu, specchio, sai dirmi almeno chi sei? / quello che vedo sei... / sulla bocca assaporo i tuoi baci / negli occhi rivedo i tuoi occhi e capisco finalmente chi sei / e pensare che quando tradito da tutti quei baci / non mi resi conto di quanto restassi negli occhi, / sul viso, nell'aria c'è una parte di te / e ho capito che se mi rifletto guardandomi in viso non mi riconosco / ehi vuoi cambiarmi..."
NEGRAMARO , "SEI" 


Non ho mai amato molto i Negramaro, ma al momento, questa canzone coglie nel segno. 

domenica 6 ottobre 2013

" C'è una cosa che ci portiamo dentro che deve uscire per forza, e che poi per forza dobbiamo distribuirla in giro. Il problema è che gli affibbiamo nomi diversi: affetto, altruismo, amore, preoccuparsi per qualcuno. Se una cosa cambia - il nome - una cosa resta uguale sempre: deve uscire per forza. Altrimenti c'è un problema. E' come per un pompiere con il tubo dell'idrante che però se lo spara in faccia. E' come agitare una bottiglia di spumante però senza stapparla mai."
                                                                                                        dal blog Rafeli. org

Ci sono cose che accadono sistematicamente nel momento sbagliato della mia vita.

A volte accadono quando dentro senti che è (forse) un po' troppo tardi per farle accadere nel momento in cui stanno accadendo. Ma non ne sei nemmeno tanto convinta.
Oppure in quel momento, proprio in quel momento in cui finalmente il destino dà l'occasione, 
tu sei altrove. Altrove con la mente, con il cuore, con l'umore e un po' anche con il corpo, sebbene sei lì e fisicamente senti addirittura di averne bisogno.
Non è una questione di non volere che accadano, sia chiaro. Ma il contrario.
Magari sono cose a cui pensi da una vita, fantasie che ti si sono arrovellate nella mente e nei pensieri quasi ciclicamente, cose che ti sei sempre chiesta " come sarebbe se succedesse veramente...". 
Per anni. E anni.
Poi finalmente accadono. Tu ci sei dentro. Sei dentro a quel momento e a quella cosa e vuoi farla, sei in grado di gestirne le implicazioni e le conseguenze, anche se nella testa risuona incessante il ritornello "ommerda, e adesso? e poi?"
Ma poi sei lì e non puoi. Non puoi anche se vuoi. Non puoi e un po' ti incazzi del perché non puoi. Non puoi e basta. 
E' una sensazione strana, quella che ti prende dopo, quando sei lontana da quel momento e non sai se avrai altre occasioni per ritrovartici dentro. 
Non è rimpianto. Non è insoddisfazione. Forse un po' di leggero smarrimento.
Mi sento un po' come la bottiglia di spumante, ma sono contemporaneamente abbastanza serena. 

E oggi è un altro giorno e vado avanti. E spero in altre occasioni.

venerdì 4 ottobre 2013

" E so molto bene che non ci sarai.
Non ci sarai nella strada, non nel mormorio che sgorga di notte 
dai pali che la illuminano,
neppure nel gesto di scegliere il menù,
o nel sorriso che alleggerisce il "tutto completo" delle sotterranee,
nei libri prestati e nell'arrivederci a domani.

Nei miei sogni non ci sarai,
nel destino originale delle parole, 
né ci sarai in un numero di telefono
o nel colore di un paio di guanti,  di una blusa.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te.
e non per te comprerò dolci, 
all'angolo della strada mi fermerò,
a quell'angolo a cui non svolterai, 
e dirò parole che si dicono
e mangerò le cose che si mangiano
e sognerò i sogni che si sognano
e so molto bene che non ci sarai,
né qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo,
né la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo,
e quando ti penserò, penserò un pensiero
che oscuramente cerca di ricordarsi di te".

Julio Cortazàr, "Il Futuro"

Cerco di impormi le cose. Perché cerco di comportarmi da persona matura e adulta.
Ma, è evidente che ci riesco proprio male.