giovedì 15 agosto 2013

" Martin sedeva sul treno e il mondo scivolava via. << Ogni cosa è immobile là fuori: i tetti e i comignoli, i graffiti, i grattacieli e i ciclisti; presto ci saranno le pecore e quel cielo sconfinato che sfoggiano in campagna...Un tempo pensavo ci fossero due realtà, una interna e una esterna, ma forse è una visione un po' limitata; non sono più la stessa persona che ero ieri sera, non proprio, e quando arriverò da Marjike non sarò lo stesso uomo che ha sposato e nemmeno quello che ha abbandonato...Come faremo a riconoscerci, dopo tutto quello che è successo? Come faremo a rimettere in riga le nostre realtà, che si allontanano da noi proprio quando andiamo loro incontro?>>" [...]
                        Audrey Niffenegger, "Un'Inquietante Simmetria", Mondadori 2009

"La ragione è - disse l'uomo sospirando - che ci sono nella vita sequenze bizzarre, misteriose consonanze, segni rivelatori di cui sfioriamo il significato, ma di cui purtroppo non possediamo la chiave"
Stefano Benni 


Tra qualche giorno tornerò al nord e, 
sarà per l' "effetto love&family" da cui sono investita qui in salento,
ma vorrei tanto poter avere qualcuno da cui tornare.
Qualcuno con cui rimettere in riga certe realtà...qualcuno che sia in grado di riconoscermi nonostante il mio essere perennemente una persona irrisolta e piena di complicazioni. 
Qualcuno che mi veda da dove mi vedo io e riesca, in qualche modo,
a salvarmi da me stessa.
Ma le mie realtà sono troppo disordinate ed hanno un percorso sempre troppo incerto e imprevedibile perché una cosa del genere si avveri.
Le mie realtà sono percorsi che solo la mia gatta sembra essere in grado di seguire...

Mi ricordo di un abbraccio, una sera di tanti anni fa.
Un abbraccio che è riuscito a rimettere in riga due realtà che si erano allontanate, modulandole e assestandole. Risolvendole quasi, dopo un lungo silenzio. 
Io so che dopo quell'abbraccio, ho ritrovato in qualche modo quella persona 
e quella persona in un certo senso ha ritrovato me. E non importa la realtà esterna. 
Ecco, è di un abbraccio così che avrei bisogno al mio ritorno. 
Di un abbraccio che abbia la forza di immobilizzarmi nella sua sicurezza.
E che questa sicurezza possa essere reciproca, perché diversamente non avrebbe alcun senso.

Credo di aver solo bisogno di un'altra occasione di fare la scelta giusta, dopo tanti tentativi caduti nel vuoto. Un occasione che rimetta insieme i pezzi, nonostante i loro numero infinito sparso nella bizzarria controcorrente della mia quotidianità.

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