venerdì 9 agosto 2013

 La sua geografia della città era un groviglio di associazioni emotive. I nomi delle strade evocavano ragazze che aveva avuto, compagni di classe, pomeriggi uggiosi passati (...) a non fare niente di speciale.

Disse: " A volte una cosa è... è troppo, ecco... e deve essere isolata e messa via". Si strinse nelle spalle, e soggiunse: "Quindi sono emozioni quelle che ci sono negli scatoloni. Emozioni sotto forma di oggetti." Guardò Julia. "E' questo che volevi sapere?". " Si." Sembrava un sistema assolutamente sensato. "Grazie".
A. Niffenegger, UN'INQUIETANTE SIMMETRIA, Mondadori, 2009

Sono a casa ormai da tre giorni, ma quella puttana di Madre Natura ha deciso che il mio incontro con il mare ed il sole deve essere sofferto e sudato (!?) e rimandato fino all'ultimo.
Quindi, tra una dormita e l'altra, tra un saluto e un abbraccio, tra un'uscita e l'altra,
tra una strada piena di ricordi e l'altra, riverso nella letteratura gran parte del tempo libero che ho. Che è più di quel che speravo, ma non mi dispiace affatto.
Solo... il risultato è che continuo a pensare sempre veramente troppo e più del dovuto, come mi faceva notare oggi il lovefriend dei tempi che furono, prima di offrirmi un mega-gelato.(Cosa di cui sorrido tanto).
Penso agli scatoloni veri, che mi aspettano sotto il letto a Torino, che per metà sono riempiti. Ma solo con cose che sono cose e basta. 
Le emozioni sono ancora sparse per la mia stanza, perché sto rimandando fino all'ultimo in attesa di un miracolo che non avverrà.
E penso ai miei scatoloni mentali. 
Riempirli qui invece che lì risulta essere un po' più sopportabile, ma non facile.
Ma anche in questo caso, anche se ho capito che la miglior difesa è il distacco ( in senso figurato e non) e quindi mi sto ripromettendo di attuarlo quando e come meglio posso, 
ho molte cose che sono troppo e che ho bisogno di isolare e mettere via, 
ma è un'operazione in cui continuo a tergiversare. 

Oggi il lovefriend diceva che mi vede più sicura rispetto al passato.
Che mentre prima non sapevo dove andare e rimanevo ferma in attesa, adesso, anche se continuo a non sapere dove andare, come minimo mi muovo e se trovo qualcuno sulla mia strada lo sposto di prepotenza.
Ecco. Vorrei spostare di prepotenza un sacco di cose e persone e fatti in questo momento.
E andare avanti senza voltarmi indietro, con la sicurezza di aver preso la decisione giusta e fatto quello che andava fatto.

E invece...
(ultimamente la mia vita è costellata di "e invece" come se non ci fosse un domani...)

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