martedì 2 luglio 2013

E invece...

"Non si tratta di essere bugiardi. Certe parole sono sincere quando vengono pronunciate, solo che non sono rivolte proprio a te - sono rivolte alle aspirazioni e ai progetti che ognuno ha per la sua vita. Può capitare di incarnare (temporaneamente) uno dei personaggi di questo film che ognuno ha progettato per la sua vita, e quindi ricevere queste parole. Ma ecco: si resta fedeli al film, non ai personaggi." - Il diario delle piccole cose
"Eppure resta che qualcosa è accaduto, forse un niente che è tutto" - E. Montale 
...pare che gli sceneggiatori occulti della mia vita si divertano un mondo ad infilare a tradimento nei miei giorni fatti di scelte difensive a prescindere, delle romanticherie molto cinematografiche che riescono ad avere il sopravvento su tutti i miei tentativi di autocontrollo, sul mio buonsenso, sul mio orgoglio anche. Ma, soprattutto, sulla mia capacità di giudizio.
E dovrebbe avere una certa importanza, forse, il fatto che accada (spesso, ora che ci penso) quando vicino ho qualcuno che in realtà non conosco veramente bene e che probabilmente non è giusto per me. Ed io certamente non lo sono per lui.

Dovrebbe, ma in quel momento non lo è mai. Pare.
(E non lo è nemmeno ora che ci ripenso, per la verità.)

Importa che quando una mattina che albeggia da poco e, camminando, diciamo poche e circospette parole, ed io sono un po' distratta dal cielo metà celeste e metà cobalto rabbrividendo per l'aria pungente delle 5 del mattino,mentre ascolto la tua voce pacata che mi racconta di una storia molto romantica e molto sicula,tenendo conto dei precedenti, 
è ovvio che non sono minimamente preparata a ricevere un abbraccio forte, lì in mezzo ad una strada con di fronte una chiesa. 
Mi ritrovo addosso la tua felpa di quattro taglie più grandi e mi sento piccola e per un momento veramente indifesa e insieme assurdamente protetta.
E so solo che non era la prima volta che ti abbracciavo eppure sono stata impreparata all'impeto di quell'abbraccio, che per inciso ha riformulato la mia personale esperienza di "abbraccio avvolgente".
E, non so come, mi sono persa.
Un'altra volta.
Perché...
anche se ho ben chiara la realtà delle cose e i termini di questa precaria e azzardosa relazione che non è per niente una relazione, ma un imprevisto dove noi abbiamo solo un ruolo di comparsa nelle reciproche esistenze...
anche se (per fortuna) tengo il cuore al sicuro e i sentimenti barricati dietro ad una staccionata, sul ciglio del solito burrone, lì che trattengono il respiro e non guardano giù perché assolutamente non devono cadere o traboccare, nonostante la tua massiccia presenza riesca a farmi vacillare (e miracolosamente ad azzittirmi..)...
non mi avevi mai abbracciata così forte da farmi sentire che c'eri davvero.

E per un momento ho avuto la sensazione che tutti i giorni precedenti, tutte le evidenti lacune e le inevitabili mancanze, tutte le parole necessarie non dette e quelle un po' avventate e sbagliate ripetute fino ad una fastidiosa ridondanza, tutto quel sottolineare che "no, niente di più", tutta la prevedibilità della situazione, insomma, semplicemente non c'era più.
E, per me (e solo per me, di questo sono quasi convinta), è sparito tutto sotto il peso di quell'abbraccio, tanto che vorrei essere ancora in quel momento e non uscirne più.


Ma l'imprevedibile incidenza di questi momenti è inversamente proporzionale al loro fattore di permanenza nella mia vita. 
E continuo a pensare che i miei sceneggiatori dovrebbero imparare a far meglio il loro lavoro, mentre io cerco di trovare un modo di avere altri momenti di questi momenti così, e magari riprendere ad amare veramente qualcuno o almeno cominciare a farlo nella maniera giusta, così che prima o poi queste romanticherie cinematografiche restino fedeli ai personaggi e non siano solo aleatorie sensazioni pericolosamente incidenti a senso unico.

(non lo so se quello che ho scritto può avere un senso logico, ma non trovo parole per spiegarlo meglio, quindi lo lascio così com'è...).

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