giovedì 17 gennaio 2013

" - Ripetimi la tua lezione, Susannah - . 
Lei si finse esasperata con un sospiro, ma mentre parlava il suo sorriso si spense e il suo bel viso dalla pelle scura assunse un'espressione solenne. E dalle sue labbra Roland udì le parole antiche che la sua voce rinnovava. Mai si era aspettato di sentirle pronunciare a una donna. E come gli sembravano naturali ... eppure anche strane e pericolose.

- Io non miro con la mano; colei che mira con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Io miro con l'occhio.
- Io non sparo con la mano; colei che spara con la mano ha dimenticato il volto di suo padre. Io sparo con la mente.
- Io non uccido con la pistola; colei che uccide con la pistola ha dimenticato il volto di suo padre. Io uccido con il cuore."  (...)

"Roland di Gilead separò le mani e si alzò lentamente in piedi. Era a gambe divaricate sul nulla apparente, con la mano destra sul fianco e la sinistra sul calcio di sandalo della rivoltella. Era l'atteggiamento che aveva  assunto innumerevoli volte nella sua vita, nelle strade polverose che centinaia di borghi dimenticati, in chissà quanti camion di morte, negli scuri saloon con il loro odore amaro di birra e di vecchie fritture. Era solo un confronto come tanti altri in un strada vuota come tante altre. Non era niente di più ed era abbastanza così. Era Khef, Ka e Ka-tet. Che prima o poi giungesse il momento del duello era il fatto centrale della sua esistenza e l'asse sul quale ruotava il suo Ka. Che la battaglia dovesse essere combattuta con le parole e non con i proiettili non faceva differenza; sarebbe stata una battaglia per la vita o la morte in ogni caso. (...) Poi scese come sempre l furore della battaglia e non fu più veramente presente a sé stesso"
                                         S. King, TERRE DESOLATE, terzo vol. de LA TORRE NERA, pag.11-12 533-534 


In questo momento, sto attraversando le mie Terre Desolate. E ho bisogno di sentirmi un po' un pistolero. 

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