venerdì 12 ottobre 2012


"ALL THE MISTAKES WE MADE MUST BE FACED TODAY
IT'S NOT EASY NOW KNOWING WHERE TO START...".


Premessa:
Ieri all'ora di pranzo, ad un certo punto mi sono messa a parlare da sola.
O almeno questo è quello che è sembrato. E poi sono spuntati i Queen.
E questa canzone.

Ero un po'  scossa a causa di una mattinata lavorativa di disastri concentrati.
Disastri che personalmente mi risulta esagerato chiamare tali.
Probabilmente perché la mia concezione di "disastro" è qualcosa di più irrimediabile e irresponsabile 
dell'invio di un paio di e-mail incomplete. 
Questa è ovviamente una concezione personale e soggettiva e la Sorella Stronza del mio capo, 
che mi ha urlato dietro incessantemente per tutto il giorno,
liquidando i miei tentavi di spiegazione come "scuse", 
non era ovviamente d'accordo con me.
Non c'è dubbio che evitare certe sviste è sempre meglio, se non proprio necessario.
Tuttavia credo che l'inviare 2 mail incomplete sia il minimo che possa succedere 
quando una persona ansiogena, frustrata e maleducata, ti ordina 8 cose tutte nello stesso momento 
e la tua mente fa qualche fatica a tenere tutto insieme.
Purtroppo però lavoro in uno studio di Ingegneri e Architetti, la cui natura saccente e meticolosa,
in questi sei mesi di collaborazione, ha sfiorato punte di ossessività compulsiva.
E purtroppo, l'ho imparato a mie spese, le persone saccenti non ammettono gli errori,
soprattutto quando gli errori non sono loro a farli. Ma racconterò di questo un'altra volta.


In ogni caso. 
Sopravvissuta alla difficile mattinata e giunta l'ora di pranzo,
ad un certo punto è capitato che io e D., il mio Collega Sportivone
(che, a parte la passione per la vela, di sportivo in realtà ha poco e niente)
parlassimo nello stesso momento di cose totalmente sconnesse tra loro, 
arrivando a coprire a vicenda le parole che uno diceva all'altra.
E' stata una conversazione del tipo "non parlarmi, non ti sento", 
che alla fine ha virato sulla vela e le bussole e il nostro precario senso dell'orientamento,
la cui degna (?!) conclusione è stato stabilire una volta di più che, 
oltre a parlare da sola, sto impazzendo lentamente.
"Un po' come succede in  "I'm Going Slightly Mad dei Queen".
"Si ma preferisco di gran lunga in My Defence"
"ah, già dimenticavo che tu i Queen li sentivi quando ancora erano vivi" ha chiosato ironico Lui,
tirando fuori il sorrisetto impertinente che fa di solito quando mi prende bonariamente in giro.

Perché si, effettivamente, io i Queen li ascoltavo quando ancora c'era Freddy tra noi 
e Collega Sportivone, che oggi è più alto di me, aveva appena 6 anni.
Quando le tv a colori non avevano ancora soppiantato del tutto quelle in bianco e nero.
Li ascoltavo quando avevo appena finito le medie e stavo per cominciare il ginnasio,
mentre invece tutto quello che  volevo era  iscrivermi alla Scuola d'Arte. 
Quando sono stati la colonna sonora della mia prima cotta con F., 
che dei Queen era più di un semplice fan, era un adepto.
Quando si suonava con la chitarra "Friends will be friends", quella sera che era metà aprile,
e abbiam cenato al mare a casa di S. con spaghetti scotti e senza sale, perchè eravamo tanti.
Quando mi presi una distorsione giocando a pallavolo e i miei compagni di squadra arrivarono in massa
a casa mia e passarono la giornata a prendere in giro il mio piede viola ed inerte.
Quando quella mattina, dopo il suo esame di maturità, io ed F. eravamo soli e vicini
e in "My Defence" è andata in loop almeno per due ore buone.

Era tanto che non ascoltavo quella canzone.
Ed ho pensato a tutto quello che ha significato, a quanti sentimenti contrastanti 
ci ha appiccicato la me stessa adolescente.
A quanto di me ho perso per strada e a quanto ho guadagnato,
sostituendo, sommando, sottraendo e incasinando numeri e opportunità,
scoprendo cose che già avevo dentro, ma che allora restavano chiuse
in chissà quale cassetto della mia mente. E qualcuna forse è ancora nascosta bene.
Al fatto che nonostante la mia memoria abbia spesso qualche cedimento,riesco ancora a tenere stretti pezzi di vita da raccontare semplicemente riascoltandola.E a collezionarne di nuovi.

A tutti gli errori che ho fatto e che adesso vanno affrontati.
E ancora una volta non so da dove cominciare per farlo.
Ma ci sto provando.

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