martedì 28 febbraio 2012

                                



Posso dire che me l'aspettavo. 
Posso anche dire, quindi, che non ne sono sorpresa.
Che non mi sono lasciata prendere da una crisi isterica (come pensavo sarebbe successo)
quando stasera il capo mi ha chiamata dicendo "ho bisogno di parlarti".
Non ho avuto cedimenti o tracolli o cose del genere.
Nè durante, mentre diceva cose come 
"devo tagliare le spese"
"spero che tu capisca che questa situazione non poteva essere per tutta la vita"
"sto pensando di chiudere tutto e trasferirmi in Australia". (AUSTRALIA!?!?!?!?!?)
"non so cosa far fare ai miei figli" (che per la cronaca hanno meno di 9 anni entrambi)
Nè dopo.
Mentre camminavo per strada cercando di assorbire la cosa,
ne parlavo al telefono con la nonna per cercare di realizzare
che si,è accaduto.
(ma ancora non credo di aver realizzato, in realtà).
Posso dire che non sono arrabbiata. 
Che non medito propositi spropositati di rivalsa,
che se messi in atto forse mi risolverebbero il problema per qualche tempo.
Posso  dire che sono moderatamente calma, se penso che tra due mesi,
a quest'ora, a meno che non accada il miracolo che so bene non accadrà
(non è accaduto negli ultimi due anni,figuriamoci ORA),
sarò su un treno che mi riporterà al punto di partenza.
Il buco nero della mi esistenza.


Certamente lo avevo messo in conto.
Metto sempre in conto che, nella mia vita,
se c'è una possibilità che varie cose vadano male,
quella che causa il danno maggiore sarà la prima a farlo.
Murphy docet. La mia vita me lo ha insegnato.
Parafrasando Benni, mangio pane e tempesta da quando ho memoria per ricordare.
(Visto che è febbraio, e gran parte delle sciagura mi capita sempre a febbraio,
questa la stavo quasi aspettando.)


Potrei cercare di vedere tutto questo come lo vedono le persone a me più vicine,
che mi hanno scritto cose del tipo:
"So cosa stai passando"
"spero che sia vicina una svolta."
"a volte si chiude una porta e si apre un portone"
"stai serena. (STAI SERENA?!?!?!?!) questo è un nuovo inizio".
"Lì eri sprecata, lo sia anche tu"


Ma la verità è che sono letteralmente svuotata di qualsiasi pensiero o emozione.
La rassegnazione è una cosa riduttiva per descrivere come mi sento in questo momento.
L'impotenza ci va più vicina.
Ma è un'impotenza silenziosa che non genera niente,
nemmeno lo scatto di rivolta per non arrendersi.
Mi sento talmente rotta che non mi interessa più nemmeno quanti sono i pezzi
in cui mi sono rotta, nè come fare a raccoglierli, cambiarli e riaggiustarmi. 
Da sola, ovviamente.
Semplicemente non ci sto pensando perchè pensarci e dibattersi e imprecare
non servirà assolutamente a niente.
Posso solo aspettare e credere ai miracoli.

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