giovedì 29 dicembre 2011

Cronache dalla fine del 2011

  

Una serata film con I. e torna, come se questi mesi non fossero mai passati,
il richiamo dei vecchi tempi torinesi in mansarda.
Solo che questi sono momenti che appartengono a tempi nuovi, in tutto e per tutto,
a nuove realtà, che prendono piede alla fine di un anno, questo 2011, 
pieno di cambiamenti e contraddizioni e nuovi assestamenti di vita.

Adesso io ed I. siamo (solo) in una nuova casa( la sua), in via di ristrutturazione, 
a 1350Km dalle montagne sabaude, ma giusto a un paio di km dal mio paesello natio.
Ci si organizza comunque all'ultimo momento.
C'è sempre una buona cena ad introdurre la visione, accompagnata dal (mio) immancabile solito vino rosso,
cui segue la nuova specialità della casa: liquore al cioccolato (e l'acquisto del bimby comincia a starmi improvvisamente a cuore..).
Ci sono le discussioni sulla giornata,il gossip del momento che si va a mescolare 
agli "amorevoli" battibecchi tra novelli sposi 
(che poi di novello, nella mia testa, hanno poco o niente, 
chè per me sono sempre stati sposati anche quando non lo erano).
Discorsi che improvvisamente virano sulla ricerca di un buon elettricista che termini
i lavori in corso nei tempi stabiliti o sulla metratura della casa, con le rispettive tasse.
E il fatto che non spunti l'intercalare "sabato Giancarlo" o "dai questo benedetto ultimo esame"
mi fa realizzare che ormai siamo adulti con delle responsabilità, non più giovani svagati e divaganti.
Ci sono dei divani al posto della cara vecchia brandina, quella della Mansarda delle Meraviglie
a Santagiulifull (che se potesse parlare,ne racconterebbe delle belle).
Ammetto di aver sentito la mancanza del cuscino-pecora.Ma solo per un momento.
Ho sentito di meno la mancanza del vecchio pc di I.,sostituito da un super-Mac di ultima generazione,
che, diciamolo, nell'irradiare il racconto cinematografico degli anni d'oro della radio,firmato W.Allen,
ha i suoi meriti e i suoi perchè.
E c'è giusto la presenza aggiunta di un marito sonnacchioso (il suo),
immancabile presenza telefonica che improvvisamente prende sembianza umana,
munita di copertina, assolutamente presente in spirito.
(una cosa è realizzarla consciamente, un'altra è raccontarla).

Sono serate come queste, vecchie e nuove allo stesso tempo,
che sono un toccasana per il mio umore, insofferente ai lustrini e all'atmosfera natalizia, 
e che arrivano a lenire un po' della nostalgia e del tempo libero che ancora devo imparare a gestire,
risultato dei cambiamenti inevitabili che ti porta l'esistenza.
E mi trovo a pensare che ci sono persone che colmano posti vuoti 
che nemmeno pensavo esistessero, nella mia vita, abituata come sono a cercare di
stare bene con me stessa e basta.
E riscopro come ci si sente a far parte di una quotidianità o di una piacevole abitudine.
E vorrei che le cose non cambiassero proprio mai.
Ma cambiano.

Ed ecco, le serate ordinarie come questa, riscritte nel loro essere eventi non-straordinari,
mi rincuorano sul fatto che ci sono cose che non sbiadiscono mai,
nonostante le distanze.


Poi racconterò meglio anche di come ricorderò questo Natale in maniera speciale,
per aver ricevuto in dono una festa assolutamente inaspettata per la mia laurea.
Ma devo prima  riuscire a riprendermi dalla sorpresa e a trovare le parole più giuste
per ringraziare la famiglia di amici che mi ritrovo qui, 
che riesce a rendere superabili i giorni noiosi e detestabili 
e a rendere pieni pezzi della mia vita che altrimenti scivolerebbero via 
silenziosi, perdendo anche quella poca importanza che dovrebbero convenzionalmente avere.

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